Le novità attese per il Superbonus 110: quanta confusione su tempi e procedure!
Cerchiamo di fare chiarezza sulle novità in arrivo per il Superbonus 110%, anche se dovremo aspettare ancora per avere un quadro chiaro delle modifiche su tempi e procedure della normativa.
Partiamo innanzitutto dalla tanto attesa proroga dell’agevolazione al 110% fino al 31 dicembre 2023.
Si è diffuso in questi ultimi giorni sul web, una linea di comunicazione poco chiara che associa il Superbonus ad una revisione di aliquote integrate al 75%, che riguarda invece tutte le altre agevolazioni immobiliari ( bonus facciate, ristrutturazioni, ecobonus, bonus verde). E da qui, inevitabilmente, si è generata incertezza e confusione, soprattutto tra i possibili beneficiari e gli operatori del settore.
Nella Relazione per il Recovery Plan, approvata dal Senato il 1 aprile u.s. e che dovrà essere trasmessa alla Commissione Europea entro il 30 aprile p.v. era inclusa la possibile approvazione della proroga del SuperBonus110% fino al 31 dicembre 2023.
Ma in queste ultime ore, gli organi di informazione hanno lanciato la notizia che Draghi sembra orientato a non concedere la proroga al 2023, in quanto i soldi stanziati nella bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, non bastano ad estendere l’agevolazione.
Ad ora, nella bozza sono 8,25 miliardi le risorse aggiuntive stanziate nel fondo complementare che andranno a finanziare il Superbonus 110, che si vanno ad aggiungere ai 10,3 miliardi previsti e che potrebbero non bastare a coprire le detrazioni fiscali per i lavori in scadenza a giugno 2022 per gli interventi di privati, e a dicembre 2022 per quanto riguarda i condomini.
Quindi, secondo varie fonti accreditate, mancherebbero circa dieci miliardi di euro per poter coprire un finanziamento complessivo di tutte le costruzioni che arrivi fino al termine del 2023.
Aspettando notizie ufficiali dal Governo, riportiamo invece quelle che sembrano essere le modifiche confermate da più parti:
- la semplificazione delle procedure, partendo dalla certificazione di conformità urbanistica degli edifici e delle singole unità immobiliari, che potrebbe essere sostituita da una Cila o completamente assorbita dalle asseverazioni redatte dai professionisti;
- regole più morbide sul rispetto del salto di due classi laddove sia difficile rispettarla, ad esempio nella riqualificazione di edifici nei centri storici;
- estensione del bonus anche a chi esercita attività di impresa, come le strutture ricettive, alberghi, imprese agricole e aziende agrituristiche.
- possibile estensione del bonus anche al patrimonio immobiliare pubblico, in particolare quello dalle scuole e all’edilizia residenziale pubblica, sanitario, della giustizia e delle strutture sportive.
- semplificazione delle procedure per la cessione del credito, con un ragionevole allentamento della burocrazia bancaria.
In attesa, quindi delle imminenti decisioni del Governo, ci sentiamo di condividere l’appello dell’ANCE che, a nome di tutta la filiera dell’edilizia, richiede chiarimenti urgenti sulla proroga della detrazione fiscale al 110% a tutto il 2023, sulla quale peraltro si è già espresso in modo unanime il Parlamento.
Speriamo quindi di poter parlare presto di certezze e non di indiscrezioni, che non fanno altro che generare confusione negli operatori e nei cittadini col rischio di bloccare le iniziative future e in corso di approvazione e causare, tra l’altro, migliaia di contenziosi.
Anche da Confindustria, il Vice Presidente Emanuele Orsini, dichiara a proposito della possibile mancata proroga: ”Sarebbe un gravissimo errore perché danneggerebbe il settore delle costruzioni, che è volano dell’economia ed è ad alta intensità di occupazione” (ANSA).